La Valnerina ternana e il Parco Fluviale del Nera
INTRODUZIONE
Il tratto di Valnerina che va dalla Cascata delle Marmore, fino ai confini della provincia di Terni, fino ai paesi di Ferentillo, Macenano e Terria, dal 1995 è stato valorizzato con istituzione del Parco Fluviale del Nera.
E’ questo un paesaggio di enorme fascino, modellato dal fiume che si incunea tra pareti scoscese, in una suggestiva gola a tratti verdissima, dominata dai rilievi dei monti Solenne, Aspra e Coscerno ed animata da numerosi borghi medievali perfettamente inseriti nell’ambiente.
E’ il Parco delle Acque: i fiumi Velino e Nera, il lago di Piediluco, la CASCATA DELLE MARMORE. Lungo il bacino fluviale dominano i piccoli centri fortificati di Arrone, Ferentillo, Montefranco, Polino, contornati da rocche, monasteri, e torri di guardia. Più a monte, sopra il “Salto del Cieco” vola l’aquila reale. E’ il parco dello sport delle acque: il canottaggio, il rafting, la canoa, la pesca sportiva. E’ il parco dell’arrampicata libera: le rocce naturali, la grande palestra artificiale.
ITINERARIO
Prima di lasciare la Cascata delle Marmore, dirigiamoci verso il ponte posto a metà dell’area verde dietro i parcheggi. Qui è situato l’inizio della Green way del Nera, un lunga serie di sentieri ciclopedonali, che si snoda attraverso tutto il bacino idrografico del fiume Nera, costeggiando il percorso del fiume fino a Preci, ai confini con le Marche, per poi ritornare a Terni attraverso le montagne interne.
Il tratto iniziale della Greenway, che interessa il Parco del Nera, è un percorso ad anello di 24 km. che va dalla Cascata fino a Ferentillo, è quello più facile perché pianeggiante ed adatto a tutte le categorie di cicloturisti.
Lungo il tratto di Valnerina che stiamo per percorrere, troveremo numerosi punti di accesso a questo anello.
Molto bello dal punto di vista paesaggistico, lambisce il corso del fiume, attraversando campagne che lambiscono tutti i pittoreschi centri medievali del comprensorio.
Vedi video del percorso
https://www.youtube.com/watch?v=VA1o9iXHM5o
https://vimeo.com/search?q=greenway+del+nera
Lasciata ora la spumeggiante Cascata delle Marmore alle nostre spalle, raggiungiamo dopo 1 km il borghetto di Collestatte Piano.
Alla nostra sinistra, alto su di un colle, il paesino di Collestatte, risalente all’anno 1089, domina ancora questa porzione di bassa Valnerina. Tutte le strade del paese convergono nella centrale piazza San Pietro, dove sorge un’antica torre di guardia, oggi campanile della chiesa della Trinità, che ospita all’interno una cinquecentesca pala d’altare e una statua di San Sebastiano ascrivibili alla bottega di Niccolò Alunno.
Girando a destra, si imbocca la Via ponte Accarino, che attraversando il fiume connette alla Greenway del Nera, in un punto particolarmente semplice da percorrere a piedi.
Circa 1,5 km più avanti, troviamo sulla destra un altro ponte in ferro, che connette nuovamente con la Greenway. Da qui parte un bel tratto di sentiero che costeggia il fiume fino al paese di Casteldilago.
Proseguendo lungo la Valnerina, incontriamo subito sulla sinistra il bivio che porta al maneggio jolly horse, e successivamente, superato con cautela un autovelox sul lato destro, passiamo davanti all’hotel ristorante Rossi.
Dopo 1,2 km scorgiamo sulla destra il pittoresco paese di Casteldilago.
CASTELDILAGO
Casteldilago è un antico castello di poggio di origine altomedievale situato su uno sperone roccioso circondato da una valle, dove un tempo si estendeva un lago paludoso che ha dato il nome al castello.
L´agglomerato urbano si articola intorno alla chiesa romanica di S. Valentino, posta al culmine del colle sui resti dell’antica pieve altomedievale, seguendo delle fasce concentriche; una cinta fortificata costituita dalle antiche mura castellane, di cui si conservano ancora le torri e le porte urbane racchiude il nucleo storico.
Al suo interno Casteldilago nasconde un tesoro architettonico fatto di stratificazioni storiche, prospettive inaspettate, vicoli stretti e tortuosi, rampe e passaggi coperti, da volte e archi di chiara impronta medievale databile tra i sec. XIII e XIV. Fuori dalla cinta urbica si trova la chiesa di S. Nicola che ospita preziosi affreschi attribuiti a Giovanni di Pietro detto lo Spagna.
Nel cuore di Casteldilago possiamo gustare piatti tipici della cucina Umbra all’Osteria dello Sportello.
Tornati sulla strada principale, passiamo il ristorante “Il Grottino del Nera” e percorriamo ancora 1,3 km prima di giungere ad una grande rotonda in località Fontechiaruccia, da dove si diramano due percorsi.
Seguendo la strada a sinistra, si raggiunge in 3,5 km il paese di Montefranco, delizioso castello che dai suoi 414 mt di altezza domina la Valnerina. Caratteristiche sono le porte Franca e Spoletina e le mura di cinta risalenti all’antico castello di Bufone.
Girando a destra dalla rotonda, invece, imbocchiamo il viale che conduce al borgo medievale di Arrone.
Prima di entrare in paese, appena superato il ponte sul Nera, sulla sinistra c’è una stradina in discesa che porta al Centro sportivo di Arrone. Qui hanno sede un’ottima scuola di mountain bike, un centro rafting ed il Gruppo Canoe Terni.
Il prato curato ed attrezzato ad area pic nic, si affaccia sul limpido fiume proprio nel punto di approdo del classico tratto di discesa in gommone Ferentillo-Arrone.
All’esterno del centro corre la Greenway. Seguendo questo tratto, percorribile anche in auto, si giunge in pochi minuti sotto la straordinaria rupe dello “schioppone”.
Riprendiamo il lungo viale alberato dedicato a Giacomo Matteotti, ed entriamo nello splendido borgo medievale di Arrone.
ARRONE
Giungiamo fino alla Piazza Garibaldi, cuore della parte bassa del paese e, lasciata qui l’auto, saliamo sul promontorio roccioso sul quale, dal finire del sec. IX, si erge il pittoresco Castello fortificato di Arrone.
La parte più alta del paese (la “terra”) con i tipici stretti vicoli ancora racchiusi nelle mura medievali, è dominata da un grande torrione a base quadrata alto 17 metri, costruito durante la dominazione longobarda, che serviva da avvistamento e ultimo baluardo di difesa e combattimento. Sulla cima è ornata dalla chioma di un ulivo selvatico germogliato all’epoca della sua costruzione.
Abbarbicato su di un lato della cinta muraria, protetta da quattro torrette cilindriche per la difesa e combattimento, è posizionato uno splendido giardino a terrazze.
Da vedere la chiesa di San Giovanni Battista, con l’interno ad una sola navata e le pareti dipinte con figure di Santi, fatte eseguire dalle famiglie arronesi per grazie ricevute, per essere protette dalle malattie e dalle disgrazie.
Da piazza Garibaldi, prima di tornare in Valnerina, possiamo proseguire lungo la strada provinciale n°4 per andare a visitare il comune più piccolo dell’Umbria: Polino
Proseguiamo in direzione opposta al fiume lungo la provinciale, per circa 1 km, fino ad incrociare la più ampia strada provinciale 17.
Da qui se proseguiamo dritti lungo la SP4, la strada comincia subito a salire con buone pendenze per 5 km, fino ad arrivare alla famosa Forca d’Arrone.
E’ questo un panoramico punto di valico a cavallo tra la valnerina e la valle reatina. Da questa forca infatti, una discesa di altri 5 km ci porta al Lago di Piediluco, (itinerario 3) ed è spesso usata come scorciatoia per passare da una valle all’altra senza ritornare a Terni.
Sul punto di valico troviamo il noto ristorante “Peppe scappa”.
Tornati nell’incrocio precedente, imbocchiamo la SP 17 in direzione Polino opposta alla Valnerina, e seguiamola attraverso una stretta vallata per circa 2,3 km.
Alziamo gli occhi al cielo e vedremo sopra le nostre teste un’ardita opera di ingegneria idraulica: è il Ponte Canale di Rosciano. Lassù, ad un’altezza di 70 mt, scorre una parte delle acque del fiume Nera che, incanalate più a monte all’altezza di Triponzo, si dirigono verso Terni correndo all’interno di un canale artificiale in quota. Questo canale, costruito nel triennio 1929-1931, lungo 42 km quasi tutti in galleria, convoglia le acque del Nera fino al Lago di Piediluco, rendendole quindi disponibili per la produzione di energia idroelettrica nelle centrali delle Marmore.
Lasciato il ponte, proseguiamo per un paio di tornanti, fino ad arrivare in località Rosciano, dove troviamo le indicazioni per raggiungere il Parco Avventura Nahar.
Da questo punto la strada cominicia ad inerpicarsi sulle pendici del monte Petano, fino a giungere dopo 7 km. al paese di Polino.
POLINO
Polino è il più piccolo Comune dell’Umbria per numero di abitanti, ed il più alto. E’ situato a 836 metri di altitudine, in un magnifico scenario verde dominante la valle del torrente Rosciano.
Di origine medievale, fu roccaforte di vari feudatari ed ebbe una rilevante importanza strategica quale terra di confine tra Rieti e Spoleto, Ducato quest’ultimo al quale fu sempre legato.
Il paese, al cui ingresso spicca una monumentale fontana in marmo bianco del 1625 in stile barocco, è dominato dalla rocca con un imponente torrione di forma cilindrica che è parte di un complesso fortificato difensivo a doppia cinta muraria oggi sede di un interessante museo naturalistico della montagna.
Uscendo dall’abitato si può ammirare un vastissimo panorama e salendo verso monte si può spaziare con lo sguardo a sud-est verso Greccio, il lago di Piediluco, Rieti e Leonessa; a nord-est verso Monteleone di Spoleto; a nord verso il Salto del Cieco con i magnifici Monte Aspra e Monte Coscerno e si ha la possibilità di dominare con lo sguardo quasi tutta la Valnerina.
Da Polino, per gli amanti del trekking, parte un interessante e semplice percorso a piedi, che in circa 1,5 h di cammino, superando 164 mt. di dislivello, porta al famoso Salto del Cieco.
E’ un itinerario di particolare interesse che offre la possibilità di raggiungere e visitare il luogo dove si trovava un tempo il confine fra Stato Pontificio e Regno Borbonico. Nella zona sono ancora presenti alcuni ruderi dell’antica Dogana, in parte completamente abbandonati ed in parte restaurati ed inglobati all’interno di alcune costruzioni di più recente datazione.
Per informazioni
Web: www.comune.polino.tr.it Tel. 0744 789121 e-mail: comune.polino@postacert.umbria.it
Torniamo ad Arrone e rientriamo in Valnerina per proseguire il nostro itinerario. Dopo 700 metri sulla sinistra, incontriamo un’altra delle numerose torri di avvistamento che costeggiavano la Valle. Questa è stata da poco restaurata ed è facile da individuare, ma percorsi altri 700 metri, sempre sulla sinistra, ce n’è un’altra molto bella, e più difficile da vedere, che sembra restare in bilico sul bordo di un alto sperone di roccia. Continuiamo a percorrere per altri 3,8 km questo tratto abbastanza arioso della valle, fino a giungere al delizioso paese di Ferentillo, (252 metri s.l.m.) circondato dai bei resti delle mura medioevali erette a difesa della valle.
FERENTILLO
I castelli di Precetto a sinistra e di Matterella a destra, con i loro bastioni trecenteschi, sembrano ancora proteggere il borgo che si trova alle loro spalle, ai piedi degli stessi monti Sant’Angelo e Gabbio sui quali essi si innalzano.
La storia dei due insediamenti difensivi è strettamente collegata, perchè entrambi sorsero infatti a difesa dell’abbazia di San Pietro in Valle
Lungo la statale incontriamo prima l’accesso alla parte sinistra di Precetto, mentre se continuiamo a costeggiare il paese per circa 1 km giungiamo al bivio a destra per la Mattarella.
Addentriamoci a piedi in questa parte del paese, per trovare la Chiesa di Santo Stefano, del XV secolo.
Il visitatore che entra nella cripta trecentesca di questa chiesa, rimane incredulo nel vedere tra un gioco di archi ed affreschi del sec. XV, l’irreale spettacolo delle famosissime Mummie di Ferentillo.
Sono una serie di Corpi Mummificati che in alcuni casi mantengono peli, capelli, denti ed abiti e che in altri casi denunciano la causa della morte. Questi corpi sono stati scoperti quando, nel rispetto dell’editto di Sant Claude, furono riesumate le salme sepolte all’interno della chiesa. Da allora il processo di mummificazione è stato lungamente studiato, senza però giungere ad una conclusione sicura. Gli scienziati parlano di una mistura vari sali, nonchè di ammoniaca, che unita alla ventilazione ed alla decomposizione di microorganismi, ha lentamente essiccato la pelle dei cadaveri.
Info e prenotazioni Museo delle mummie
Web: www.mummiediferentillo.it
Cell. 335-6543008 – 328 6864226
Scarica qui gli orari dei visita delle mummie di Ferentillo
Poche centinaia di metri a monte della Mattarella, c’è la famosa Falesia di Ferentillo, che con oltre 500 percorsi di varia difficoltà, è il paradiso per gli amanti dell’arrampicata libera.
Dal ponte sul Nera che porta alla falesia, si può osservare il punto di partenza per la discesa in gommone Ferentillo – Arrone.
Riprendiamo la Valnerina, che da questo punto da ampia ed ariosa si trasforma in una valle stretta e tortuosa, e percorriamola per 3,3 km fino a giungere al bivio per l’Abbazia di San Pietro in Valle, dell’VIII secolo, uno dei gioielli dell’arte alto medievale italiana.
L’Abbazia si trova inserita in un contesto naturale emozionante, sulle pendici del monte Solenne, tra fitti boschi, sopra il fiume Nera e di fronte al borgo abbandonato di Umbriano.
Il primo insediamento fu edificato nel VIII secolo da Faroaldo II duca longobardo di Spoleto che si fece monaco, morì e fu sepolto nella Chiesa abbaziale, da allora mausoleo dei duchi longobardi.
Semidistrutta dai Saraceni, l’Abbazia venne riedificata tra il X e l’XI secolo.
Di straordinario interesse l’interno con la navata che presenta le pareti affrescate da un ignoto maestro di scuola umbra con affreschi pregiotteschi risalenti alla fine del XII sec. rappresentanti scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
In anticipo su tutta la pittura medioevale italiana questi affreschi abbandonano per la prima volta la staticità bizantina a favore della prospettiva e del plasticismo.
L’abbazia è oggi trasformata in struttura ricettiva. La chiesa può essere visitata.
Info Abbazia di San Pietro in Valle
Tel. +39.0744.780129 – Cell: +39.335.1414745 /6 /7
Scarica qui gli orari di visita dell’abbazia di San Pietro in Valle
IL BORGO FANTASMA DI UMBRIANO
Prima di salire verso l’abbazia, alzando lo sguardo verso destra dall’altra parte del Nera, si vedrà svettare solitario, il borgo fantasma di Umbriano, un piccolo paese abbandonato che la leggenda vuole essere il primo sorto in Umbria. Di quella che nel 800 era una fortezza dominante ed imprendibile che difendeva, assieme alla rocca di Ferentillo, l’importante Abbazia di San Pietro in Valle, ormai non restano altro che poche ma affascinanti rovine, dominate da un’alta torre quadrata, dato che dal dopoguerra (1950), il paese risulta completamente abbandonato.
Gli amanti del trekking, possono raggiungere Umbriano percorrendo un facile e segnalato sentiero che in poco meno di mezz’ora porta alla vecchia porta del paese. Basta proseguire lungo la Valnerina per circa 1 km, fino ad arrivare a Colleponte, Fraz. di Macenano. Si gira a destra scendendo fino ad una piazzetta dove è possibile lasciare le auto. Da li il sentiero risale nel bosco fino al caseggiato abbandonato.
Girovagare fra queste rovine è come fare un salto nel tempo, ritrovando in alcuni angoli del caseggiato tracce affascinanti ed evidenti del suo vissuto. Emblematici sono i resti di camini, abbeveratoi, affreschi, nonchè la presenza di un inquietante foro posto nella vecchia cappella (appena entrati sulla sinistra), probabilmente l’accesso ad una cripta o ad un’ossaria all’interno del quale e possibile ancora oggi vedere resti di ossa umane.
Qui finisce il nostro secondo itinerario, ed è possibile continuare la Valnerina in direzione Norica, per percorrere l’itinerario 3.